
Sunday, November 22, 2009
la pizza... e non solo al MaryFrank di Viserbella

Tuesday, April 15, 2008
Pane Integrale e il Girasole
Sono stata finalmente al tanto sospirato ristorante "Il Girasole" (Via Vincenzo Monti, 32) a Milano, incredibile ma in Italia non ero mai stata in un ristorante vegetariano. Non farò una recensione, non oggi, forse ho bisogno di tornarci :) Quello che vi dico per ora:
- cortesia
- piatti fantastici (i piatti vegani sono segnalati con un simbolino sul menu)
- non proprio economico (ma comunque nella media)
Avrei gradito una maggiore scelta sul menu. Tutto sommato devo dire che mi ha piacevolmente colpito. Colpita soprattutto dalla cosa più semplice: il pane.
Al tavolo ci hanno portato un cestino con del pane e dei crackers di riso e mais (credo). Ma quel pane... indubbiamente preparato con la pasta madre (la leggera acidità che gli conferisce è inconfondibile) arricchito da semi di lino e di girasole... Ottimo. Ho dovuto rifarlo a casa, ma non avevo voglia di rinfrescare la pasta madre. Ho usato poco lievito secco e preso spunto dalla ricetta di Petula per i tempi di lievitazione, non ho aggiunto sale perchè avevo i semi di zucca già tostati e salati.
Ingredienti
- 250 g Farina Integrale
- 100 g Farina Di Grano Saraceno
- 200 g Acqua
- 2 g Lievito di birra secco
- 1 cucchiaio di semi di girasole
- 1 cucchiaio di semi di zucca tostati e salati
- 1 cucchiaio di semi di lino
Preparazione
Sciogliere il lievito in poca acqua e unirlo alle farine precedentemente miscelate. Impastare aggiungendo il resto dell'acqua. Mettere l'impasto in una ciotola ampia leggermente unta e coprire con della pellicola (unta). Lasciar riposare in frigo per 8/12 ore. Riprendere l'impasto aggiungere i semini e incorporarli bene. Lasciar lievitare di nuovo al caldo coperto da un panno umido (con l'accortezza di non far toccare l'impasto al panno altrimenti si appiccica tutto, io ho usato il supporto che si usa per cuocere 2 piatti nel microonde) per circa 2 ore.
Cuocere a 200° per mezz'ora o fino a quando suona vuoto. Ottimo, anche se la mancanza del retrogusto leggermente acido si è fatta notare...
Monday, February 18, 2008
Il Giappone a Milano
Sabato sera sono stata piacevolmente colpita da uno di quelli che, temevo si rivelasse l'ennesima delusione; sul sito, uno dei menu vegetariani riportava la parola "gamberi" e io via a pensare: "ecco qui un altro che pensa che i gamberi nascano sugli alberi....". Ero pronta a tutto: rimandare indietro un'insalata arricchita da "frutti di mare", litigare con il gestore, litigare con il camerire... del resto, direte voi, una vegetariana non può pretendere di andare in un sushi bar a mangiare le verdurine!! E invece, sorpresa delle sorprese: SI CHE PUO'!!!
Dopo aver speso uno sproposito per uno scarsissimo aperitivo al "10 corso como" (anche li ero preparata), via verso nuove e incredibili avventure: il ristorante si trova proprio dietro a quello che credo sia il bar più caro di Milano, certo una volta nella vita bisogna andarci, un po' perchè "cosa?!?!?! non sei mai stato al 10 corso como? ma dove vivi!?!!?!?" un po' perchè tutto sommato è un bel posticino, un po' freddo per i miei gusti, ma carino. Bene è il momento della verità, arriviamo puntuali, il locale è immenso, luci soft, calde, arredamento minimalista ma d'effetto (come piace a me). Veniamo accolti da un cameriere in grembiule lungo (elegantissimo :) ), gli consegnamo i cappotti (cosa che ho trovato molto utile) e gli chiediamo il tavolo (ovviamente prenotato). Ci accompagna e ci consegna le liste. Il tavolo in angolo, scelta apprezzatissima, se non fosse per la vetrata gigante che lascia traspirare il freddo gelido dell'esterno (ma io sono freddolosa quindi non faccio testo). Sembra di essere in vetrina, ottimo posto per chi ama mettersi in mostra, non ci faccio caso, le temperature polari hanno ridotto di molto il via vai milanese che normalmente circonda Corso Como. Apro il menu, con sorpresa scopro che ci sono moltissimi piatti vegetariani e un'intera sezione dedicata ai vegetali, trascuro le varie sezioni di riso, udon e zuppe e mi concentro su maki, sushi e simili...
Ordiniamo da bere: Birra Giapponese per non strafare, non amando il vino bianco ho preferito la classica birra. Il servizio finora è impeccabile, credo di non essere mai stata servita meglio in tutta la mia vita, attento ma discreto, ai limiti della perfezione. La scelta è ardua ma alla fine: vegetal sushi mix e vegetal maki qualcosa. Bacchettine, porta bacchettine... tovaglietta e tovaglioli in carta/tessuto, si chiacchiera e si beve, la birra giapponese è ottima.
Arrivano i piatti ordinati, presentazione minimalista ma il sushi è di per se coreografico, mischiamo la salsa di soia con il wasabi e assaggiamo, comincio dai maki, (riso fuori, alghe e verdure dentro, il tutto rotolato nei semi di sesamo) ottimo: il riso profumato le verdurine ben abbinate, per quanto semplice, sicuramente delizioso, il sushi (palline di riso coperte da carote, spinaci e avocado) belli da vedere e originali (non avrei mai pensato agli spinaci), delicati, se non fosse per la quantità esagerata di wasabi che ho mischiato alla salsa di soia nella mia ciotolina, ma del resto, adoro i gusti piccanti... La serata trascorre piacevolmente anche per il clima rilassato che si respira.
Il dolce... amaro, piccola delusione: vari gusti di gelato tra cui te verde, zenzero e riso e altri dolci italiani, mi aspettavo, e forse avrei ordinato dei kanten, o dei dolcetti di farina di riso, qualcosa di più giapponese... Ordiniamo i caffè e imperdonabilmente ci dimentichiamo di chiedere il sakè, avrei proprio voluto assaggiarlo, poco male, sicuramente ci ritornerò presto.

